Guerra Commerciale Ue-Usa: le armi al centro del confronto

di Maurizio Gardenal, Avvocato, Sara Marchese, Dottoressa, Studio legale internazionale Gardenal & Associati di Milano
Articolo pubblicato su “Diritto 24″, rubrica del Sole24Ore.com, 23 luglio 2018

L’UE si è opposta alla possibile introduzione di dazi per l’automotive dagli USA che hanno invocato motivi di sicurezza nazionale in forza della section 232 del “Trade Expansion Act” del 1962.

Si evince dal commento UE (cfr. http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2018/july/tradoc_157068.pdf) che le misure protezionistiche potrebbero creare distorsioni significative a livello globale con conseguenze negative che finirebbero per compromettere la competitività delle società statunitensi.

Invero, le imprese UE sono saldamente radicate negli Stati Uniti e debbono ritenersi importanti player dell’economia nazionale: basti pensare che hanno generato nel 2017 circa 2,9 milioni di automobili pari a circa il 26 % di tutta la produzione USA.

Il settore automobilistico non si limita ai grandi produttori ma è strutturato da un complesso sistema di aziende di cui fanno parte anche innumerevoli PMI.

Le piccole e medie imprese sono spesso a conduzione familiare e particolarmente vulnerabili ai cambiamenti della politica commerciale internazionale: pertanto misure restrittive danneggerebbero ulteriormente la competitività dell’industria statunitense indebolendo l’economia e riducendo il potenziale innovativo.

Le aziende automobilistiche europee – continua la nota – promuovono innovazione attraverso la ricerca e lo sviluppo della forza lavoro locale e piuttosto che rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale statunitense dovrebbero essere considerate un driver per assicurare stabilità economica e competitività a lungo termine: quasi un quinto degli investimenti in ricerca e sviluppo negli USA proviene da subsidiary straniere.

In relazione alla legittimità delle potenziali misure restrittive la EU sostiene che nessuna eccezione al “General Agreement on Tariffs and Trade” (GATT) giustifica limitazioni alle importazioni adottate da un paese sviluppato per meri fini protezionistici contro la concorrenza straniera.

Sul punto si legge: “We would note that the US government elsewhere is taking the position that the invocation of the GATT’s security exceptions is self-judging and escapes any form of review in the WTO dispute settlement system. The European Union finds that this position is baseless and will not prevail in the WTO because it is an attempt to set aside the written conditions of these exceptions and turn them into a unilateral right to ignore WTO obligations. “…The European Union would therefore caution the United States against pursuing a process which could result in yet another disregard of international law which would damage further the reputation of the United States and which the international community cannot and will not accept…”.

Conclusioni

Nella descritta situazione la EU conclude asserendo che “Finally, as explained in our analysis, producers of military vehicles and related parts are independent of the US automotive industry” posto che la produzione dei mezzi militari è normalmente consentita solo se “made in the USA”.
Per effetto di ciò l’industria statunitense sarebbe al riparo dalla concorrenza internazionale e qualsiasi restrizione commerciale imposta ai mercati dell’automotive non potrebbe essere giustificata da motivi di sicurezza nazionale.

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