USA: dazi su acciaio e alluminio le direttive del Commerce Departement statunitense

di Maurizio Gardenal, Avvocato, Sara Marchese, Dottoressa, Studio legale internazionale Gardenal & Associati di Milano
Articolo pubblicato su “Diritto 24″, rubrica del Sole24Ore.com, 22 marzo 2018

Il Ministero del commercio statunitense ha recentemente pubblicato un report sugli effetti delle importazioni relative all’acciaio e all’alluminio che possono interessare la sicurezza nazionale.

Tale intervento si colloca nella prospettiva di fornire al Presidente alcune indicazioni di settore in vista della assunzione di eventuali disposizioni con valore di legge.

Di seguito una sintesi della nota emessa dal Commerce Department (CD).

Le opzioni sull’acciaio possono riassumersi come segue:

a) Una imposta del 24% su tutte le importazioni di acciaio;

b) Una imposta del 53% su tutte le importazioni di acciaio provenienti da 12 paesi (Brasile, Cina, Costa Rica, Egitto, India, Malaysia, Repubblica della Korea, Russia, Sud Africa, Tailandia, Turchia e Vietnam) con un limite per prodotto sulle importazioni di acciaio dagli altri paesi pari al 100% delle loro esportazioni nel 2017 negli gli Stati Uniti;

c) un limite su tutti i prodotti importati pari al 63% delle esportazioni nel 2017 negli Stati Uniti.

Nella descritta situazione, è previsto che ciascuna di tali proposte dovrebbe generare, in termini prospettici, un incremento della produzione domestica di acciaio dall’attuale 73% all’80%.

Le opzioni sull’alluminio possono riassumersi come segue:

a) Una imposta del 7,7% sulle importazioni di alluminio provenienti da tutti i paesi;

b) Una imposta del 23,6% sui prodotti provenienti da Cina, Hong Kong, Russia, Venezuela e Vietnam – tutti gli altri paesi sarebbero soggetti al limite del 100% delle loro esportazioni nel 2017 negli USA;

c) un limite generale sulle importazioni pari ad un massimo dell’86,7% delle esportazioni nel corso del 2017 verso gli Stati Uniti.

Ciascuna opzione dovrebbe contribuire, in linea orientativa, ad aumentare la produzione di alluminio dall’attuale 48% all’80%.

Tali misure non escludono eventuali imposte già in essere.

Il rapporto suggerisce, in ogni caso, di riconoscere facoltà e autorità al CD di concedere deroghe alle società statunitensi che ne facciano richiesta nel caso di accertate carenze specifiche ovvero per ragioni riconducibili a motivi di sicurezza nazionale.

Sono previste esclusioni anche parziali per paesi con i quali sia possibile un accordo che consenta di compensare le restrizioni alle importazioni proposte.

Conclusioni

I reports del CD sulla base della Section 232 pur non vincolanti sono normalmente considerati con attenzione dal Presidente. Uno degli aspetti più delicati che dovrà essere valutato riguarda la natura e l’entità delle ritorsioni che saranno assunte dai principali partner commerciali che potranno a loro volta condizionare l’andamento del settore negli stessi USA.

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