Il Regno disunito, Brexit e la scomparsa della fiscalità

a cura di Maurizio Gardenal, Avvocato, Dott. Marco Rota, Studio legale internazionale Gardenal & Associati
Articolo pubblicato su “Diritto 24″, rubrica del Sole24Ore.com, 17 giugno 2019

Il nuovo presidente della European Banking Authority ( EBA ) José Manuel Campa in carica dal 1 maggio ha dichiarato che ” I don’t think the mandate the EBA has is the mandate that will solve the problem”.

Campa si riferisce agli scandali che hanno interessato l’industria bancaria europea fra i quali quello più recente della Danske Bank che vale 200 billion di riciclaggio.

Vale ricordare che EBA è tenuta a garantire un livello di regolamentazione e di vigilanza efficace e uniforme e che gli obbiettivi sono quelli di assicurare la stabilità e l’integrità finanziaria dei 28 paesi associati.

Campa sostiene che la responsabilità non è riconducibile alle Autorità di vigilanza asserendo che ” You need to start with regulation that is homogeneous. We don’t have that. AML ( anti-money laundering ) as an activity in the EU is regulated by directives. By definition that does not provide a single rule book.”

Dunque il sistema delle direttive ” which leave member states with flexibility on how to interpret directives ” non sarebbe appropriato per fronteggiare il dilagare del fenomeno.

Occorre una normativa oggettivamente uniforme e dunque una iniziativa legislativa della commissione: vedremo se i nuovi commissari presteranno ascolto ai suggerimenti di Campa.
Tuttavia, il tema non sembra esaurirsi in un confronto tra poteri istituzionali.

Le masse di denaro illecito sono approdate in località “off- shore” che sono attive con le regole dei “nominees” ( si veda il nostro contributo: Possedimenti Britannici d’Oltremare: una nuova Panama Papers?) secondo un piano prestabilito.

Senza andare troppo lontano dal baltico, ove operava Danske, nelle isole del Canale, in particolare a Jersey, è in essere una giurisdizione che offre una destinazione di particolare interesse per valute di varia provenienza.

A Jersey, invero, l’imposta sui redditi societari è pari a zero ossia è inesistente, fatte salve alcune eccezioni.

Inoltre, Jersey ha vinto il confronto con Londra e con Bruxelles per garantire l’anonimato ai beneficial owners ( si veda il nostro contributo: Con la Con la Brexit tornano di moda le Isole del Canale ).

Conclusioni

A ben vedere il Regno Unito appare sempre più disunito se si pensa alle lacerazioni interne generate dalla Brexit con ripercussioni che saranno sempre più evidenti anche in Scozia e in Irlanda del Nord.

Ma non basta: anche i possedimenti d’oltremare sono sotto pressione come nel caso delle isole Chagos ( si veda il nostro contributo: USA Vs Cina : la vera posta è nell’oceano indiano ).

Per altro verso, come noto, non solo il Canale ma anche le isole dei Caraibi hanno informato Londra che non intendono pubblicare l’identità dei beneficial owners.
Nella descritta situazione, la “costellazione” britannica mostri segni di cedimento e l’integrità della Sovranità non sembra più scontata.

Da notare che il caso Jersey registra un evento che sembra avere pochi precedenti poiché l’amministrazione locale ha rinunciato all’idea stessa di imposizione fiscale.
I Ministri finanziari della EU – pur non inserendo le isole del Canale in black list – hanno sollecitato le Autorità locali ad un cambiamento di rotta.

Ma con Brexit non ci sarà più il controllo di Bruxelles e presumibilmente neppure quello di Londra che sembra più impegnata a comprendere il mutamento epocale in corso nella mainland che ad occuparsi delle isole.

Nondimeno, senza intervenire nel contesto delle località nelle quali affluisco i proventi di attività illecite sembra improbabile arginare episodi come quello della Danske e rendere effettive le regole AML.

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