13 Dic La legge cinese che ha cambiato il volto al mercato dell’auto
di Maurizio Gardenal, Avvocato, Sara Marchese, Dottoressa, Studio legale internazionale Gardenal & Associati di Milano
Articolo pubblicato su “Diritto 24″, rubrica del Sole24Ore.com, 13 dicembre 2018
Il 28 giugno 2018 la Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme e il Ministero del Commercio hanno posto in essere le nuove disposizioni cinesi afferenti la lista delle attività economiche precluse, fra l’altro, al controllo estero nota anche come “Negative List” ( Lista ).
Nel contesto dei business che non sono più sottoposti alla partecipazione e al controllo di un partner locale compare quello della produzione di veicoli a conduzione elettrica ( cfr. http://www.diritto24.ilsole24ore.com/art/avvocatoAffari/mercatiImpresa/2018-09-05/energia-cina-apre-controllo-straniero-152614.php ).
Sulla base delle stime rese da LMC Automotive quest’anno in Cina le auto elettriche ( AE ) vendute sarebbero 295.000 a fronte delle 287.000 vendute nel resto del mondo.
Nei prossimi due anni è previsto che le vendite in Cina saranno pressoché triplicate mentre nel resto del mondo “solo” duplicate.
Il Governo cinese ha stanziato sussidi di varia natura a sostegno delle AE e nel 2019 i produttori di autovetture dovranno vendere un numero crescente di AE se vorranno mantenere anche il mercato tradizionale.
Pechino, in realtà, ha già allo studio un divieto di vendita dei veicoli a combustione interna.
La Tesla sembra essere il primo operatore che potrà disporre di una società cinese a totale partecipazione avendo già stipulato accordi preliminari con la municipalità di Shanghai.
La Cina applica un dazio del 25% più IVA sui veicoli importati anche se, recentemente, sembra avere ridotto l’entità del gravame sotto la pressione dell’amministrazione Trump.
D’altro canto, l’industria dell’auto non può permettersi di restare inattiva nel principale mercato dei veicoli di nuova generazione e dunque non stupisce che, dopo l’entrata in vigore della Lista il 28 luglio scorso, i fabbricanti abbiano intensificato i progetti per gareggiare in questo business.
Conclusioni
La raffica di sanzioni imposte da Washington ha generato un evidente calo del fiume di dollari che alimentava l’economia cinese inducendo Pechino ad aprire al controllo estero settori strategici come l’energia, incrementando gli investimenti stranieri.
La prima a trarne profitto è proprio una impresa statunitense, la Tesla di Palo Alto, che in passato sembrava restia a sbarcare in Cina nel timore di “cedere” ad un partner locale di maggioranza la propria tecnologia.
Tuttavia, la strategia dell’azienda californiana appare orientata a collocarsi in “pole position ” nel cavalcare l’onda del nuovo grande mercato piuttosto che a difendere, a oltranza, il bagaglio tecnologico.
Non va dimenticato che la Cina è il primo “hub” mondiale per la fabbricazione di AE essendo dotata di un’ampia rete di fornitori locali e perciò non risulta agevole conservare l’esclusiva dei segreti industriali nel medio termine.
Nella descritta situazione, i produttori stanno rapidamente muovendo verso il paese asiatico per impadronirsi della propria fetta di business in quello che si prospetta come un cambiamento epocale nella cultura dell’auto.
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