La Corte Federale di New York: la moneta virtuale è una commodity

di Maurizio Gardenal, Avvocato, Sara Marchese, Dottoressa, Studio legale internazionale Gardenal & Associati di Milano
Articolo pubblicato su “Diritto 24″, rubrica del Sole24Ore.com, 17 aprile 2018

Il 6 marzo scorso la US District Court for the Eastern District of New York ha concesso alla Commodity Futures Trading Commission (CFTC) una ingiunzione in via preliminare afferente attività illecite asseritamente poste in essere da un trader di cripto valute a danno di alcuni investitori.

La decisione della Corte si colloca in linea con la posizione della CFTC che nel 2015 aveva attribuito natura di “commodity” alle monete virtuali e rappresenta il primo provvedimento di una Autorità giudiziaria federale a conferma di tale orientamento.

La Corte ha riconosciuto alla CFTC facoltà ad agire in sede giudiziale per reprimere condotte lesive delle regole poste a tutela del mercato e del pubblico dal Commodity Exchange Act ( CEA ) riferite alle monete virtuali anche nel caso di “spot deal ” ossia di transazioni non correlate all’utilizzo di derivati.

Nella fattispecie, il broker aveva indotto i clienti a depositare sul suo conto varie cripto valute in cambio della promessa di elevati profitti per effetto del “day trading”.

Il Giudice federale estensore del provvedimento ha ritenuto che le valute virtuali come i Bitcoin sono da considerarsi alla stregua di “goods” sia per la funzione che hanno assunto nella dinamica economica sia sul piano dell’applicazione della legge e pertanto rientrano nella comune definizione di commodity ivi compresa quella fornita nel CEA.

Conclusioni

La CFTC ha titolo per porre in essere normative in materia di cripto valute e per richiedere la registrazione delle entità che operano nel business: onere di registrazione che dovrebbe aggiungersi a quello presso altre Agenzie federali come la SEC: si veda il nostro articolo http://www.diritto24.ilsole24ore.com/art/avvocatoAffari/mercatiImpresa/2018-04-11/usa-sec-prende-posizione-contro-piattaforme-digitali-illegali-150943.php ).

Va rilevato che il quadro normativo in the USA con riferimento alle monete virtuali resta essenzialmente connotato dall’assenza di una regolamentazione organica al contrario di quello che si registra in altri paesi – sia pure con riferimento a specifici contesti – come la Francia: si veda il nostro articolo

http://www.diritto24.ilsole24ore.com/art/avvocatoAffari/mercatiImpresa/2018-03-15/francia-blockhain-ammesso-operazioni-ma-123710.php ).

Nondimeno, tenuto conto dell’autorità di cui dispongono sia la CFTC sia la SEC che lo stesso Treasury Department Financial Crimes coloro che desiderano partecipare alla nuova finanza “digitale” sembrano fruire di vari mezzi di tutela.

In linea di principio, nel sistema giudiziario statunitense i precedenti sono vincolanti e la citata pronuncia della Corte rappresenta pertanto un riferimento di chiarezza per la composizione delle vertenze in materia.

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