Firmato il Comprehensive Economic and Trade Agreement tra UE e Canada

Avv. Maurizio Gardenal e Dott.ssa Carlotta Colace, Studio legale internazionale Gardenal Associati di Milano
Articolo pubblicato su “Diritto 24″, rubrica del Sole24Ore.com, 30 ottobre 2014

Il 26 settembre 2014 ad Ottawa (Canada) è stato siglato il Comprehensive Economic and Trade Agreement (CETA) tra Canada ed Unione Europea (UE) che segna, per l’importanza oggettiva dei contenuti espressi, un passo storico nelle relazioni tra le due istituzioni.
Il trattato non è ancora entrato in vigore posto che dovrà previamente essere ratificato dalle competenti autorità dei due paesi.
Il CETA affronta temi di ampio respiro, fra i quali la tassazione sugli scambi commerciali fra le due aree e il regime degli investimenti. L’impatto che l’accordo avrà sulle rispettive economie si prospetta di portata significativa con un incremento dei posti di lavoro nel territorio europeo grazie ad un indubbio rafforzamento degli scambi commerciali.
I rapporti tra le due Regioni sono sempre stati intensi e sono tuttora in costante sviluppo. Basti pensare che l’UE è il secondo partner commerciale, dopo gli USA, del Canada e quest’ultimo è tra i 12 più importanti partner europei.
I negoziati per la stipulazione del CETA sono iniziati nel 2009. Nel corso degli anni sono state effettuate numerose analisi politico-economiche dalle quali è emerso che l’attuazione a regime del patto avrebbe comportato, in linea teorica, un aumento delle entrate economiche sia per l’UE che per il Canada con un incremento del PIL nella misura di circa il 50% per l’UE e del 45,5% per il Canada: sul tema clicca qui).
L’entrata in vigore del trattato determinerà l’abolizione di circa il 98% dei dazi doganali sui beni non agricoli commercializzati nel mercato euro-canadese. La restante percentuale verrà rimossa nell’arco temporale di sette anni. Con riferimento ai beni agricoli, invece, verranno aboliti circa il 92% dei dazi: solo alcuni di questi prodotti continueranno, pertanto, a restare soggetti a tassazione, fra i quali uova, latticini e mais. Nella descritta situazione si prospetta un notevole risparmio fiscale a beneficio degli esportatori europei stimato nell’ordine di circa mezzo miliardo di euro su base annua.
Le imprese europee potranno prendere parte a tutti gli appalti pubblici canadesi. Stesso privilegio sarà riconosciuto alle società canadesi le quali potranno partecipare a qualsiasi appalto pubblico indetto nell’ambito dell’UE.
Le imprese godranno, altresì, di significative agevolazioni nel trasferire temporaneamente da un’area all’altra il loro personale.
Per quanto concerne gli investimenti, il CETA prescrive in modo dettagliato il trattamento “giusto ed equo” da riconoscere ai rispettivi operatori in ciascuno dei due territori con l’istituzione di una serie di garanzie a tutela dell’integrità del capitale e dei profitti connessi con tali investimenti.
L’accordo euro-canadese prevede anche la realizzazione di un sistema per la risoluzione delle controversie tra Stato ed investitori (il c.d. “ISDS”). Si tratta di un arbitrato internazionale con l’obbiettivo di proteggere gli investimenti e tutelare gli investitori stranieri da qualsiasi forma di discriminazione cui possano essere assoggettati.
Il CETA prevede un codice di condotta al quale gli arbitri dovranno attenersi nel momento in cui saranno chiamati a decidere di una controversia Stato-investitori.
Il trattato ha introdotto una serie di disposizioni in materia di diritti di proprietà intellettuale con particolare attenzione per le imprese europee, tenendo conto delle numerose violazioni che si sono verificate in tale ambito a danno di queste ultime. Tra i temi affrontati si segnala, fra gli altri, la tutela per gli alimenti prodotti in specifiche aree geografiche dell’UE quali, ad esempio, il prosciutto di Parma, il Bordeaux e il Cognac.
Sono indicate regole per il settore farmaceutico, al fine di stabilire una dinamica concorrenziale più equilibrata tra le due Regioni. L’Unione Europea dispone infatti di un’industria farmaceutica molto più sviluppata, basti pensare al fatto che i beni europei maggiormente importati in Canada sono appunto i prodotti farmaceutici.
Si rinvia per una disamina più dettagliata dei vari aspetti cui si fa cenno nella presente nota e per una lettura complessiva dell’accordo al testo dello stesso presso il seguente link: clicca qui.
In ogni caso, la rilevanza dell’accordo euro-canadese va oltre l’ambito delle rispettive aree geografiche se si pensa che la trattativa per il libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti (Transatlantic Trade and Investment Partnership) è ancora lontana dal traguardo finale e che le merci di provenienza europea potrebbero trovare ingesso proprio dal Canada nell’area NAFTA che ricomprende appunto Canada, Stati Uniti e Messico.

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