Svolta storica alla World Bank con le Dimissioni di Kim

di Maurizio Gardenal, Avvocato, Sara Marchese, Dottoressa, Studio legale internazionale Gardenal & Associati di Milano
Articolo pubblicato su “Diritto 24″, rubrica del Sole24Ore.com, 17 gennaio 2019

Il 7 gennaio il Presidente Jim Yong Kim ha rassegnato le dimissioni dalla presidenza della World Bank con effetto dal 1 febbraio.

La vicenda non ha precedenti poiché è la prima volta che un presidente si dimette con oltre tre anni di anticipo per essere assunto da una Wall Street private equity firm.

Kim era stato nominato da Barack Obama nel 2012 e nel ranking delle maggiori elargizioni concesse dalla sua amministrazione si collocano i finanziamenti alla Cina per lo sviluppo delle infrastrutture.

Dopo l’ingresso di Trump il confronto con Washington ha segnato una svolta posto che molti progetti promossi dalla banca – compresa la fine del supporto al carbone – urtavano con le nuove politiche statunitensi.

Tuttavia, le tensioni con la Casa Bianca non hanno impedito a Kim di garantire all’istituto un incremento di capitale di $ 13 bn avvallato, di fatto, da Trump in cambio di un sostanziale taglio agli stipendi e di un finanziamento stimato in $ 1bn a Ivanka – la figlia – per sostenere il suo women’s empowerment fund.

Vale la pena di segnalare che il piano più rilevante adottato da Kim prima di abbandonare è diretto a classificare su scala globale i paesi più virtuosi in termini di stanziamento di spesa nell’ambito della salute e dell’educazione ( Human Capital ).

Conclusioni

La presidenza Obama ha ereditato dalle precedenti amministrazioni la più sofferta crisi economica del nuovo secolo originata dalla eccessiva liberalizzazione finanziaria e pertanto ha dovuto giovarsi del massiccio acquisto di T- bond dalla Cina che ha determinato una esposizione di oltre $ 1.1 tn.

Nella descritta situazione, la nomina di un reggente asiatico alla guida della banca si collocava nel più ampio disegno di non compromettere la disponibilità di Pechino a sottoscrive il crescente debito degli USA gravati dal serrato confronto con il collasso del sistema finanziario: va da sé che Kim ha finanziato programmi di investimento in Cina per svariati miliardi di dollari.

In realtà l’ostilità di Washington per il taglio ai sussidi al carbone e altro come il sostegno in tema di cambiamenti climatici avviati dalla banca appaiono solo un pretesto per cambiare pagina dopo la fine della emergenza economica.

Il mercato dell’energia è essenzialmente trainato da nuovi orizzonti come le tecnologie associate allo shale gas e all’uso di veicoli a conduzione elettrica (cfr http://www.diritto24.ilsole24ore.com/art/avvocatoAffari/mercatiImpresa/2018-12-13/la-legge-cinese-che-ha-cambiato-volto-mercato-auto-115013.php ).

D’alto canto, non sembra un caso che Kim prima di uscire di scena abbia varato il progetto Human Capital considerando il suo background di medico specializzato in malattie infettive finito in un “batter d’occhio” al timone della banca.

Occorre non dimenticare che il business dei farmaci è rimasto fuori dallo scontro sui dazi tra le due superpotenza (cfr.http://www.diritto24.ilsole24ore.com/art/avvocatoAffari/mercatiImpresa/2018-07-02/usa-prodotti-farmaceutici-e-moda-esclusi-dazi-131217.php) e ora si avvantaggia di un progetto della banca per individuare nuovi mercati e nuovi paesi di sbocco.

Inoltre, l’annunciata dotazione di capitale di $ 13 bn deve ancora ricevere il benestare del Congresso che potrebbe non essere scontato dopo i nuovi equilibri scaturiti dalle midterm elections.

Resta il fatto che Washington non può permettersi che l’irritazione di Pechino ( che è il principale detentore estero del debito seguito dal Giappone ) si risolva nella massiccia collocazione sul mercato dei T-bond pena le inevitabili gravi ripercussioni economiche con effetti imprevedibili.

La Cina ad oggi non è orientata ad innescare un sell-off mantenendo una posizione di sostanziale cautela per scongiurare possibili temute impennate al rialzo dello yuan con pesanti ricadute sulle esportazioni che restano il principale driver di crescita del paese.

Nondimeno, in un contesto nel quale l’incertezza imperversa e le grandi lobby premono per assicurarsi il primato tutto sembra possibile mentre lo scopo primario di aiuto ai più bisognosi resta un miraggio lontano a dispetto delle dichiarazioni di Kim: “It has been a great honor to serve as president of this remarkable institution … dedicated to the mission of ending extreme poverty in our lifetime”.

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