Sanzioni alla Russia: retromarcia degli USA

di Maurizio Gardenal, Avvocato, Sara Marchese, Dottoressa, Studio legale internazionale Gardenal & Associati di Milano
Articolo pubblicato su “Diritto 24″, rubrica del Sole24Ore.com, 27  settembre 2018

In data 8 agosto the US State Department ha emesso un complesso di sanzioni verso la Russia sulla base del Chemical and Biological Weapons Control and Warfare Elimination Act of 1991.
Le misure sarebbero state adottate a seguito dell’uso del novichok nerve agent nel tentativo di assassinare il cittadino britannico Sergei Skripal e la figlia Yulia.

Trascorsi 15 giorni dalla rituale notifica al Congresso le disposizioni sono state formalizzate con la pubblicazione nell’apposito registro federale.

In breve, le sanzioni ( fra le altre ) afferivano l’interruzione delle forniture per le tecnologie e i servizi per la difesa, il divieto di vendita di strumenti bellici e dei relativi finanziamenti, la cessazione dei servizi connessi con le missioni spaziali e con i voli commerciali ivi comprese le esportazioni a società russe controllate da imprese statunitensi o di altre nazionalità oltre a quelle controllate da entità locali, in tali ambiti.

Nondimeno, dopo l’entrata in vigore, the US State Department ha comunicato la rinuncia a gran parte di tali disposizioni introducendo una serie di “distinguo” nella sostanza restando invariato solo il divieto di esportazione dei National Security items alle società statali russe.

Conclusioni 
Le sanzioni alla Russia non sono una novità, tuttavia, nella fattispecie, il tema riguarda in via principale le armi un mercato nel quale gli USA sono il primo esportatore e la Russia un rilevante partner commerciale.
D’altra parte Washington e Tel Aviv sono impegnati in Siria e altrove in un confronto con la Russia e l’impulso a persistere in una condotta “punitiva” permane elevato. Le varie rinunce al piano iniziale riflettono pertanto i conflitti interni fra le lobby del caso che sono all’origine del susseguirsi dei recenti provvedimenti. Nello sfondo si colloca l’inchiesta del Procuratore speciale Robert Mueller sulle presunte interferenze del Cremlino nella campagna elettorale statunitense che è approdata ad una fase decisiva dopo l’abbandono di Michael Flynn e il Paul Manafort’s plea deal con il possibile scenario di un impeachment del Presidente.

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