Il finanziamento all’impresa negli USA

di Maurizio Gardenal, articolo nella newsletter Newsmercati n.142 dell’11 ottobre 2012

Nella presente congiuntura economica stanno crescendo le difficoltà delle imprese italiane a ottenere linee di credito nel nostro paese. Gli operatori attivi nel mercato statunitense possono reperire finanziamenti direttamente negli USA che offrono vantaggi competitivi significativi.

 

L’offerta finanziaria negli Stati Uniti si presenta molto articolata se si considera che, accanto alle grandi banche d’affari, sono presenti una molteplicità di banche commerciali di più modeste dimensioni molto spesso in concorrenza fra loro anche a livello statale.

Con tali Istituti è generalmente possibile negoziare liberamente il contratto di finanziamento ossia senza condizioni imposte unilateralmente o pre-definite. Inoltre, il tema delle garanzie (collaterals), pur restando la chiave di accesso alla concessione della linea di credito, si estende a una base di valori aziendali normalmente molto più ampia.

Nella maggioranza dei paesi europei appare piuttosto improbabile che un istituto possa finanziare una nuova impresa sulla base di un “business plan”. Generalmente è necessario prestare garanzie di natura reale, come ad esempio beni immobiliari, o conferire liquidità nell’impresa dotandola, ad esempio, di un determinato capitale iniziale. Tuttavia, tali presupposti potrebbero scoraggiare l’operatore che, pur in presenza di un progetto imprenditoriale promettente, potrebbe non disporre dei mezzi per far fronte alle richieste dell’istituto.

Negli USA sarà più agevole ricercare istituti finanziari disponibili ad assumere un approccio diverso e a valutare meglio il “business plan” attribuendo rilevanza ad alcuni “assets” aziendali scarsamente considerati in altri paesi. E così, a titolo esemplificativo, potrebbero essere oggetto di garanzia, fra gli altri:

  • le scorte di magazzino
  • i crediti che l’impresa vanta nei confronti della clientela
  • eventuali diritti di proprietà industriale come marchi, brevetti
  • un particolare know-how appartenente all’impresa.

Va altresì considerato che, al momento, il tasso di riferimento della Banca centrale federale USA è pressoché pari allo zero, e pertanto anche i tassi di interesse negoziabili potrebbero essere più favorevoli a confronto, ad esempio, con il panorama offerto da alcuni paesi della zona euro.

Per la verità, anche il tasso ufficiale della Banca centrale europea ha raggiunto livelli molto bassi, ma ciò non si è tradotto, in molti casi, in benefici effettivi per gli operatori.

Gli accordi di finanziamento con istituti statunitensi sono caratterizzati, in linea generale, da una certa flessibilità che consente all’impresa di modificare i termini del contratto in qualsiasi momento senza penali o oneri di altra natura. Tali modifiche “in corso d’opera” possono riguardare, ad esempio, la durata e/o l’importo della erogazione, la natura e l’entità delle garanzie, i tassi di interesse che possono decrescere in caso di difficoltà temporanea, solo per citare qualche esempio.

Naturalmente per ottenere il credito l’operatore non statunitense dovrà provvedere a costituire una società e a disporre pertanto di una stabile organizzazione in tale paese.

Il procedimento per dare vita ad una società negli Stati Uniti è piuttosto semplice e richiede, normalmente, costi inferiori a quelli previsti in molti paesi europei. Non è previsto, per esempio, l’intervento del notaio e anche nel caso di società a responsabilità limitata non occorre conferire un importo iniziale a titolo di capitale minimo.

Non va dimenticato, che l’operatore straniero viene di norma costantemente assistito dalle autorità locali nella configurazione, fra l’altro, degli istituti finanziari presenti sul territorio sia a livello statale che a livello delle singole contee e municipalità.

Negli USA vi sono tanti esempi di piccoli imprenditori italiani che, seguendo questo approccio e questo percorso, sono stati premiati con il successo delle loro imprese. Perché non prendere esempio?

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