Concluso l’accordo commerciale tra Usa, Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam – Trans-Pacific Partnership (TPP)

a cura di Maurizio Gardenal, Avvocato, Carlotta Colace, Dottoressa, Studio legale internazionale Gardenal & associati
Articolo pubblicato su “Diritto 24″, rubrica del Sole24Ore.com, 19 novembre 2015

 

Il 5 ottobre 2015 si sono concluse le negoziazioni in merito al Trans-Pacific Partnership (TPP), un accordo di grande rilevanza sul piano della liberalizzazione degli scambi commerciali in particolare per i traguardi che si prefigge di conseguire tra Stati Uniti d’America, Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam (cfr. il testo completo: clicca qui ).
Il presente accordo ha una portata molto vasta, posto che, potenzialmente, potrebbe determinare regole e normative comuni per circa il 40% dell’economia mondiale nonché ridimensionare e influenzare i numerosi settori degli Stati membri del TPP (come, fra gli altri, il settore industriale, quello caseario e il campo medico).
Il TPP, ora, dovrà essere discusso, approvato e ratificato a livello locale da ogni singolo Stato e, a tal fine, gli Stati Uniti d’America il 26 aprile 2015 hanno varato il Bipartisan Congressional Trade Priorities and Accountability Act of 2015 – entrato in vigore nel mese di giugno 2015 – nell’ambito del quale vengono stabilite le regole interne e le tempistiche che il Governo e il Congresso statunitensi dovranno percorrere per la discussione, approvazione e ratifica degli accordi commerciali internazionali (cfr. testo completo della normativa statunitense: clicca qui ). Giova precisare che la summenzionata normativa è stata redatta al fine di gestire e favorire le procedure di approvazione e ratifica negli USA, fra l’altro, sia del TPP sia del tanto discusso Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP).
Nel dettaglio, il procedimento statunitense di discussione, approvazione e ratifica di un accordo commerciale internazionale inizia quando il Presidente informa il Congresso della sua volontà di firmare il patto: sottoscrizione che dovrebbe avvenire entro 90 giorni.
Nei successivi 30 giorni dalla comunicazione presidenziale, il Governo, per il tramite dello US Trade Representative, dovrà pubblicare on-line il testo del patto e, parimenti, nel medesimo ordine temporale, i comitati consultivi federali dovranno redigere relazioni scritte, da presentare sia al Governo che al Congresso, in merito al contenuto dell’accordo.
Nel corso degli ulteriori 60 giorni, il pubblico e in particolare i gruppi di interesse – le lobby – hanno facoltà di esprimere le proprie opinioni in merito all’accodo commerciale internazionale da ratificare. Sul punto, preme porre in rilievo che questo passaggio è ritenuto fondamentale dal momento che, nel caso in cui i commenti fossero per la maggior parte negativi, si potrebbero verificare complicazioni nella successiva fase di votazione presso le Camere del Congresso per l’approvazione dell’accordo.
Conclusi i 90 giorni e firmato l’accordo internazionale da parte del Presidente – che nella prassi si verifica spesso oltre il termine prefissato – l’accordo viene inviato dal Governo all’agenzia governativa US International Trade Commission (l’organismo deputato ad esprimere il proprio parere in ambito commerciale al potere legislativo e a quello esecutivo), la quale, entro termini brevi, dovrà analizzare l’accordo da un punto di vista economico, avendo particolare riguardo agli effetti che l’approvazione dello stesso potrà avere sull’economia interna, e, al termine dell’esame, dovrà inviare una relazione scritta sia al Governo che al Congresso.
Terminata la procedura di revisione economica, il Governo, entro 60 giorni, deve indicare al Congresso una eventuale lista di modifiche da introdurre alla legge federale al fine di rendere la stessa conforme all’accordo commerciale sottoscritto.
In parallelo alla realizzazione degli adempimenti suesposti, il Governo, di concerto con alcune commissioni del Senato e della House of Representatives (tra le quali, ad esempio, il Senate Finance e la House of Representatives Ways and Means Committees), redige, in modo “informale, il testo della legge interna con la quale verrà ratificato l’accordo commerciale internazionale. Tale legge federale, insieme alle relazioni sull’impatto che l’accordo internazionale avrà su molteplici aspetti interni, come quello ambientale e sull’occupazione, viene, successivamente, presentata dal Governo al Congresso il giorno in cui entrambe le Camere sono riunite. La procedura di valutazione e votazione da parte delle due Camere, che avviene in maniera disgiunta e in momenti diversi, può durare anche più di 90 giorni legislativi.
La prima delle Camere a pronunciarsi e a votare sarà la House of Representatives e successivamente il Senato.
Infine, 30 giorni prima dell’effettiva entrata in vigore dell’accordo internazionale, il Presidente dovrà comunicare al Congresso quali Stati membri hanno ratificato il patto e quali misure hanno adottato in merito.
Nella descritta situazione, il TPP potrebbe venire approvato dalle Camere del Congresso nel 2016 o nel 2017. Vale rilevare che, nonostante l’approvazione da parte degli Stati Uniti, l’entrata in vigore del TPP è, comunque, subordinata alla firma dello stesso da parte di almeno sei Stati membri oltre che all’espletamento, da parte di questi ultimi, a livello locale, di tutte le procedure interne dirette all’esecuzione dell’accordo.

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