Brexit, il duello per la Casa Bianca e l’imminenza dei 70 anni NATO

di Maurizio Gardenal, Avvocato, Dott. Prof. Alessandro Politi, Studio legale internazionale Gardenal & Associati
Articolo pubblicato su “Diritto 24″, rubrica del Sole24Ore.com, 21 marzo 2019

Qualche giorno fa Donald John Trump Jr. ( John ) ha condannato il Primo Ministro britannico Teresa May poiché non avrebbe accolto l’invito del padre ” to sue the EU not go into negotiations”.

Alle parole di John si è associato John Bolton, US National Security Adviser, mentre lo scontro Brexit arroventa il clima politico a Londra e in tutto il Regno Unito.

L’esternazione di John coincide con la visita a Washington del Presidente brasiliano Jair Bolsonaro al quale Trump ha espresso l’impegno del suo Governo per l’ingresso del Brasile nella NATO e nella Organization for Economic Cooperation and Development.

James Stavridis – capo dello staff militare della NATO dal 2009 al 2013 – ha precisato che una formal membership è tecnicamente e giuridicamente inammissibile ma che il Brasile potrebbe, come la Colombia ad esempio, acquisire lo status di partner globale dell’Alleanza.

I due Paesi hanno sottoscritto vari accordi di collaborazione bilaterale, fra i quali quello che autorizza gli USA ad utilizzare la base aerospaziale di Alcantara per il lancio dei satelliti e altro mentre Bolsonaro dichiarava – appena eletto – di essere favorevole all’apertura di una base militare statunitense in Brasile per fronteggiare l’ingerenza Russa nel Centro e Sud America, con particolare riferimento al vicino Venezuela.

Conclusioni

In realtà, la corsa per la Presidenza negli USA, in programma per il 2020, è già partita con largo anticipo, senza esclusione di colpi.

Trump ha reso pubblico, un paio di settimane fa, il Budget 2020 pari ad un record di $ 4,7tn con un balzo delle spese per la difesa che prevedono uno stanziamento di $ 750bn, con tagli per la Environmental Protection Agency e per i programmi di Medicare e Medicaid.

Il democratico John Yarmuth, che preside il House budget committee, ha dichiarato che il budget “lays out an irresponsible and cynical vision for our country, without any regard for its human cost”.

Tuttavia, al di là del bilancio pubblico, lo scontro verte in ordine a temi cruciali , come la sicurezza nazionale.

Daniel Coats, responsabile della US intelligence, in una deposizione al Senato a fine gennaio, ha contraddetto Trump sulle strategie adottate dalla sua amministrazione, riferendosi a scenari essenziali come la Corea del Nord e l’Iran.

Coats ( e con lui i capi di CIA, DIA e NSA ) pensa che Pyongyang non sia disposta a rinunciare al programma nucleare e missilistico in atto a dispetto delle ripetute indicazioni di segno opposto fornite dalla Casa Bianca dopo il meeting di Singapore con Kim Jong-un, nel giugno scorso.

Va da sé che, il secondo round con Kim, in Vietnam, dopo poche settimane dalle parole del capo della US Intelligence, è finito senza esito.

Nondimeno, dobbiamo ritenere che i timori di Coats traggano fondamento da informazioni di intelligence, posto che, dal punto di vista politico, è irrealistico pensare che un accordo nucleare potesse scaturire dal vertice di Hanoi, tenuto conto della complessità e delle tempistiche normalmente richieste per la conclusione di negoziati di tale natura.

Pompeo ( US Secretary of State ) e Bolton – nel motivare le sanzioni e l’abbandono del multilateral nuclear deal siglato nel 2015 – hanno asserito che l’Iran rappresenta la più grave minaccia terroristica sul piano globale mentre Coats ritiene che l’Iran is not currently undertaking the key nuclear weapons-development activities we judge necessary to produce a nuclear device” (cfr . http://www.diritto24.ilsole24ore.com/art/avvocatoAffari/mercatiImpresa/2018-11-21/usa-e-iran-paesi-piu-virtuosi-sono-esclusi-sanzioni–163901.php ).

Il braccio di ferro si estende, inoltre, al conflitto tra la Casa Bianca e il Congresso con Trump che rifiuta, sin d’ora, di trasmettere ai lawmakers il final report di Mueller – atteso a breve – ritenendo che alcuni dettagli debbano restare riservati.

Il democratico Jerrold Nadler, Presidente del House Judiciary Committee, replica ” If necessary, our committee will subpoena the report. If necessary, we’ll get Mueller to testify, the American people need the information here.”

Senza entrare nel dettaglio giuridico – “rebus sic stantibus”- gli USA sembrano avviati ad una lotta giudiziaria tra Poteri, con effetti imprevedibili.

Nella descritta situazione – tornado a Brexit – il giudizio di John sulla condotta della May appare in verità – più che un richiamo ad un Paese in preda ad una crisi interna di portata storica – un ennesimo appello alla base elettorale, per aggregare consensi che non sembrano più scontati.

Trump, dopo la rinuncia al Transatlantic Trade and Investment Partnership, nella affannosa rincorsa al consenso, promette di liberalizzare il commercio con Londra, in particolare per i prodotti agricoli, dopo il no di Macron nel Continente, nel tentativo di compiacere la vasta area degli elettori agricoli.

Dopo il nulla di fatto in Asia ( Kim e i negoziati con la Cina ) Trump cerca alleati altrove e non esclude di rimettere in discussione gli assetti del North Atlantic Treaty Organization: il prossimo 4 aprile, in occasione dei 70 anni dalla nascita dell’Alleanza, non mancheranno i temi di riflessione.

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